AeroClub Centrale di Volo a Vela

Formazione

SEMINARI TEORICO-PRATICI

Da oltre 30 anni vengono realizzati al Centrale seminari teorico-pratici di volo a vela. Oltre ai voli in monoposto e biposto coordinati e seguiti dallo staff del Centrale, il programma giornaliero prevede un briefing mattutino del D.O.V. (Direttore delle Operazioni di Volo) dedicato sia ad argomenti teorici generali sia a problematiche specifiche per la giornata di volo che ci si aspetta, integrato da debriefing successivi, eventualmente supportati dall’analisi di filmati e tracciati SeeYou.

Molto risalto viene dato anche alla preparazione psicologica, all’analisi delle motivazioni e delle paure.
Al centro di tutto sempre la sicurezza e la gestione delle emergenze.

PROGRAMMA TEORICO

  • Tecnica di pilotaggio (basico e avanzato)
  • Salita in termica
  • Salita in roccolo
  • Traversone
  • Il MacCready
  • Navigazione
  • I coni di sicurezza
  • La circolazione aerea
  • La precisione nell’atterraggio
  • Tattica di volo

PROGRAMMA PRATICO

In termica:

  • Riconoscimento
  • Entrata in roccolo e salita in roccolo
  • Centraggio
  • Selezione
  • Abbandono
  • Controllo:
    – dello spazio aereo
    – della deriva
    – dell’ambiente circostante
  • Bilancio (variometro, nozione delle fasce di lavoro)
  • Tattica di volo (opzioni tattiche)
In traversone:
  • Camminamento
  • Settaggio del MacCready
  • Navigazione
  • Gestione dell’autonomia
  • Coni di sicurezza
  • Controllo:
    – dello spazio aereo
    – dell’ambiente circostante
  • Tattica di volo (opzioni tattiche)
Precisione generale:
  • Stabilità
  • Velocità
  • Simmetria
  • Padronanza del volo lento
Atterraggio:
  • Stabilità dei parametri
  • Calibrazione del circuito
  • Precisione nell’atterraggio (distanza)

 

IL FACILITATORE

Allo spirito di novità con cui comincia questa nuova stagione del Centrale si ispira un importante cambiamento nella struttura organizzativa dei seminari teorico-pratici, l’introduzione di una figura che costituisce un nuovo modello concettuale e operativo anche nel volo a vela: il Facilitatore.

Non più istruttori, non più addestratori a coadiuvare il D.O.P. (Direttore Operazioni di Volo) o caposeminari, ma Facilitatori. Si definisce con questo termine il ruolo di quei piloti che, per comprovata e riconosciuta esperienza e funzione, hanno il compito istituzionale di porre il pilota ospite nella condizione di realizzare, nella massima sicurezza, i propri desideri e le proprie ambizioni nell’ambito del volo a vela, in un’ottica di piena espressione delle singole potenzialità e peculiarità. Ne risulta meglio configurato e più produttivo il rapporto con l’‘allievo’, non meramente istruzionale, ma aperto a un feedback continuo e mantenuto su un piano di pari dignità, che però non esclude, anzi riconosce come elemento fondante (e autoritativo, quando la situazione lo renda necessario), il differenziale di esperienza e di somma di conoscenze.

Tale rapporto si propone come lieve, non pesante; maieutico e collaborativo, non prescrittivo; improntato ad affettuosa e cordiale autorevolezza, e non ad autorità imposta, soprattutto se mal compresa da chi la vede esercitata su di sé. Il Facilitatore si deve sforzare di accompagnare l’‘allievo’ nel percorso di miglioramento e di aiutarlo a esprimere se stesso, le potenzialità di cui è portatore,  nell’alveo dei desideri e delle aspirazioni che nutre e che vorrebbe realizzare. Il Facilitatore lascia il più possibile all’‘allievo’ le sue responsabilità, ma gli infonde sicurezza dimostrandosi pronto a correggere gli effetti degli errori più gravi. Gli mostra anche, in positivo, possibili modelli alternativi di pensiero e di azione a cui ispirarsi nel decidere una condotta di volo. In sintesi, il Facilitatore è colui che aiuta l’‘allievo’ a comprendere meglio la situazione in cui si trova (situational awareness), a far emergere le possibili strategie che ne derivano, e a compiere una scelta idonea fra esse. La competenza di un Facilitatore e l’essenza del suo ruolo non è dunque solo possesso di tecniche da trasmettere, ma stile di comportamento, sensibilità, empatia e capacità di negoziazione – entro i margini della sicurezza ‒ dei processi formativi per renderli quanto più sostenibili e recepibili dal destinatario.